COME SPENDERE IL DENARO SINTETICO

Una volta accettato il fatto scientifico che il denaro sintetico EUR-D2 corrisponde a ricchezza reale, creata in aggiunta e non in alternativa al reddito reale preesistente, appare ragionevole che i criteri per utilizzarlo debbano dipendere da scelte politiche, almeno per quella parte che non è implicata dalla natura stessa delle cose.

Pertanto quanto segue è opinabile, e deve essere visto come un semplice esempio delle opzioni politiche disponibili: il solo vincolo logico inderogabile è che il denaro sintetico debba essere speso nell’acquisto della produzione addizionale, chiunque sia l’acquirente.

Dirottarlo verso altri usi implicherebbe molte e grandi difficoltà tecniche, e darebbe origine a scompensi: ma deve essere chiaro che lo scopo di questo scritto è di eliminare i gravi e numerosi scompensi presenti nella nostra economia, non di incrementarli.

Se non si vuole soccombere agli infiniti fattori di crisi che dilagano nel mondo, l’economia deve essere posta in grado di operare in prossimità della massima produzione compatibile con i vincoli posti dalla natura circostante: ad esempio il pareggio di Bilancio e la preservazione fisica-chimica-biologica dell’ambiente nel quale siamo immersi.

Le proposte che seguono sono formulate in modo da non ampliare ulteriormente le diseguaglianze esistenti e per incrementare ancora di molto il PIL corrente, alquanto oltre l’aumento di PIL derivante dalla produzione addizionale, che supponiamo già esplicata.

Ciò darebbe luogo ad un contesto di prosperità sufficiente per stanziare le risorse necessarie ad una severa politica di risanamento ambientale, senza che si renda necessario violare la democrazia.

Dobbiamo operare nella certezza che tutto ciò che è logicamente necessario finirà comunque per compiersi: quando non si accetta che l’intervento sia fatto dal bisturi nella quiete asettica della sala operatoria, esso – divenuto emergenza – sarà fatto dalla scure sulla pubblica strada.

Abbiamo già detto, e dovremo ripetere, che la democrazia posa su meccanismi fragili e che i moderni mezzi di comunicazione la rendono instabile: la sua base è un sufficiente consenso, e base del consenso, come avviene sempre, è il successo.

Potremmo usare i 300 miliardi di EUR-D2 come segue:

1) Regalarne una parte.

2) Usarne una parte per coprire la porzione di spesa pubblica rimasta scoperta a causa del pareggio di bilancio.

3) Prendere in carico, gradualmente, l’intera spesa pensionistica, ciò che (una volta giunto a conclusione) rileverebbe le imprese e i loro dipendenti dai gravosissimi oneri previdenziali.

4) Imprimere una grandissima espansione al cosiddetto welfare, tanto ostinatamente combattuto dagli stessi che dovrebbero sostenerlo: esso è l’unica strada di espansione genuina per la nostra economia, almeno fino a quando gli apparati produttivi non saranno completamente saturi.

5) Finanziare una massa cospicua di lavori pubblici minori, ma pressoché indispensabili.

6) Perseguire la piena occupazione, per quanto possibile nei termini della massima efficienza macroeconomica. Questo punto, in realtà, è contenuto nei due precedenti.

Nelle prossime pagine tratteremo, uno per uno, questi 6 punti.

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