IL DENARO SINTETICO In un
cenno come questo non è opportuno trattare del denaro sintetico oltre il
minimo indispensabile. È
probabile che in questo nostro secolo ventunesimo il denaro sintetico
(puramente digitale) avrà un ruolo fondamentale: in quanto, a differenza del
denaro ordinario, esso può essere coniato, deconiato e dotato di regole tali
che abbia vantaggi conformi agli scopi per i quali è progettato e svantaggi
ridotti al minimo inevitabile; ciò che con il denaro ordinario non è
possibile conseguire. Ogni
singola specie di denaro sintetico circola secondo le proprie regole, tipiche
di quella specie; il denaro sintetico, per la sua natura puramente digitale,
fluisce all’interno di circuiti a tenuta stagna, e non può essere deviato
verso scopi diversi da quelli cui è destinato, nemmeno nella più piccola
parte: le operazioni illecite non sono semplicemente vietate, ma
materialmente impossibili. È
ragionevole pensare che le specie di denaro sintetico praticamente utilizzate
non saranno moltissime, al massimo 4 o 5; esse assolveranno al compito di
condurre fino al limite della possibile efficienza (senza controindicazioni) tutte
quelle aree dell’economia – e della finanza – per le quali il denaro
ordinario non è idoneo – o non può essere sufficiente. Soltanto
dopo aver acquisito la capacità di tenere permanentemente l’apparato
produttivo a ridosso del limite delle sue potenzialità, potranno essere
impostati su base credibile, e sufficientemente ampia, i provvedimenti necessari
a ridurre radicalmente i danni ambientali, i quali provvedimenti richiedono
risorse grandissime e non possono essere messi in atto democraticamente se non
in un clima di opulenza. Qui
tratteremo una sola forma di denaro sintetico, quello che per nostro momentaneo
uso chiamiamo EUR-D2. Esso è
coniato in esatta corrispondenza – ai prezzi di mercato – con la massa di
merce presente nell’ammasso virtuale, circola con regole proprie, ed è
deconiato non appena le sue merci sono state consumate (significa vendute
all’utilizzatore finale). L’EUR-D2
è versato direttamente sulle carte di credito dei destinatari, non può essere
appropriato, prestato, accumulato, ma soltanto speso attraverso i normali
canali di distribuzione, entro tempi determinati oppure, con opportune
regole, risparmiato; non si può mescolare con nessun’altra specie di denaro
sintetico né con la moneta reale. Le
imprese che ne vengono in possesso possono utilizzarlo – con regole
precisissime e soprattutto automatiche – soltanto per pagare le imposte e per
risalire la filiera. Appena
giunge al sito più a monte il denaro sintetico è distrutto, perché il costo
delle merci relative è già stato pagato per altra via. Il
meccanismo è troppo complesso per essere esposto in poche parole, ma è completamente
automatizzabile, e (nel contesto tecnologico contemporaneo) senza troppe
difficoltà. Le cause
principali della complessità nascono dalla necessità di rendere indiscriminabili
sia le merci che fanno parte dell’ammasso virtuale, sia i soggetti che pagano
attraverso il denaro sintetico; nonché di equilibrare perfettamente il carico
tra le varie imprese. Per
esempio può darsi che il denaro sintetico speso dal soggetto A nel punto di
vendita Xv per merce prodotta dall’impresa Xp sia speso invece (senza che nessuno ne sia a
conoscenza) dal soggetto B nel punto di vendita Yv
per un prodotto dell’impresa Yp, possibilmente a
grande distanza geografica (ma non temporale). In
questo contesto il soggetto A (che possiede denaro sintetico, ma forse non
possiede denaro reale) paga con denaro reale, il soggetto B (che non possiede
denaro sintetico) paga con denaro sintetico, sebbene ciascuno dei due pensi
il contrario. Ma ciò
non deve essere prevedibile prima delle relative transazioni e può non essere
mai conosciuto dai soggetti interessati i quali, nell’uno e nell’altro caso,
hanno soltanto speso il proprio denaro. Il
dispositivo, come si dice, è trasparente rispetto ai consumatori; similmente,
ma è più difficile da descrivere in termini non tecnici, deve essere
trasparente rispetto ai produttori. In
conclusione, siamo autorizzati a coniare 300 miliardi di EUR-D2 (i quali per
loro natura non producono nessuna forma di inflazione), a fronte delle
corrispondenti merci presenti nell’ammasso virtuale per un valore di mercato (esattamente
pari) di 300 miliardi di €. Il
lettore dovrebbe cercare di chiarirsi che questo è denaro vero, in quanto
serve ad acquistare agli stessi prezzi di mercato (determinati dal denaro
ordinario) una massa di beni e servizi che le imprese hanno prodotto in più
rispetto alla produzione ordinaria, la quale massa è ricchezza aggiuntiva
vera. È denaro
che non si prende in prestito, non si deve restituire a nessuno, non può
essere appropriato o accumulato da nessuno, non produce interessi passivi, non
richiede scostamenti di bilancio, non induce inflazione. Nella
prossima pagina dovremo studiare quale uso faremo di una siffatta massa di
denaro, ossia a chi lo cederemo (o lo venderemo) ed in cambio di che cosa. |
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