LA CRESCITA

Ai nostri giorni questa parola è diventata una sorta di mantra, un termine monomaniacale di contenuto sostanzialmente magico.

Essa è adoperata ogni giorno da tutti gli orientamenti politici, ed è additata concordemente come l’obiettivo fondamentale cui deve mirare la nostra Società.

Tutti ne fanno smodatissimo uso, ma non indicano che cosa deve crescere, e perché deve crescere, e come.

Quello che segue è un elenco estremamente parziale di variabili economiche che possono crescere:

1.            La capacità produttiva

2.            La produzione effettiva

3.            Il capitale installato

4.            La produttività nominale degli impianti

5.            La produttività effettiva degli impianti

6.            La produttività del lavoro

7.            L’occupazione

8.            La sostenibilità ambientale

9.            Il reddito consumabile del lavoro

10.      La competitività industriale

11.      La competitività commerciale

12.      L’uguaglianza o la diseguaglianza

13.      La spesa pubblica (in termini di disavanzo dello Stato)

14.      Il debito pubblico

Tutte queste cose (e molte altre non meno importanti sono state omesse per brevità) sono parzialmente contraddittorie, e non possono crescere insieme, perché spesso (ceteris paribus) la crescita di una implica la decrescita di un’altra come ad esempio avviene in prima istanza per produttività del lavoro ed occupazione; qualcuna (ad esempio il debito pubblico) è addirittura giudicato controproducente che cresca, ma è posta come condizione di altre.

Delle forme di crescita indicate, due hanno importanza eccezionale ed avranno particolare rilievo nella nostra trattazione: in fondo è proprio dall’impossibilità tecnica della crescita 3 che sorgono tutte le nostre difficoltà.

La crescita 3 è la crescita (effettiva) del capitale: essa deve essere separata dal puro e semplice rinnovamento degli impianti esistenti, il quale (per ragioni matematiche rigorosissime) non può essere considerato crescita.

Né sono sufficienti molti cantieri aperti perché si possa parlare di crescita: occorre che si costruisca – in termini di costo monetario – più capitale utile di quanto il tempo ne consumi; e la crescita – comunque – si materializza nei siti di produzione del detto capitale.

La crescita 3 possiamo chiamarla con molti nomi: crescita alfa o destra, accumulazione del capitale, componente sacrificio dell’economia; le nostre attuali difficoltà dipendono dal fatto – puramente tecnico – che nello stato attuale delle cose la componente destra dell’economia è nulla.

Le pulsioni politiche corrispondenti, che appunto ci hanno fatto chiamare destra la crescita di questa natura, non hanno sbocchi possibili, in quanto si pongono obiettivi privi di senso economico.

In passato la spinta del Capitale verso la propria riproduzione espansiva era talmente forte da originare regimi dittatoriali sommamente violenti, i quali esigevano che le classi lavoratrici lavorassero disciplinatamente all’accumulazione del Capitale, al costo di ogni sacrificio.

I regimi cosiddetti fascisti, che culminarono nelle vette (positive e negative) del Nazismo hitleriano, perseguivano esattamente questo scopo; con motivazioni opposte, anche il Comunismo dell’Unione Sovietica (che teoricamente era un regime di estrema sinistra, praticamente di estrema destra) mirava al medesimo risultato, perché non si poteva fare altro.

Prima di sondare l’orientamento politico delle masse, che troppo agevolmente può essere indotto e mutato, sarebbe opportuno sondare le idee politiche delle macchine, le quali non si lasciano influenzare in alcun modo, ed hanno appunto carattere storico.

Le macchine a vapore, ad esempio, erano ferocemente orientate a destra, ossia alla propria riproduzione espansiva; anche l’energia elettrica è fortemente orientata a destra, ma assai meno radicalmente; le macchine digitali, invece, hanno umori variabili e (come le – relativamente – fortunate donne d’oggi) non sono asservite ad una smodata necessità di riprodursi.

Quando la spinta riproduttiva del Capitale cessa, si manifesta un sintomo inequivocabile: l’accumulazione di Capitale si trasforma in accumulazione di denaro e, se questa è resa possibile artificialmente da un’apposita politica, il mercato non può operare la necessaria correzione ed il metabolismo del Sistema diviene patologico.

Lungo questo sentiero Ronald Reagan ha ucciso gli Stati Uniti d’America.

Anche alla crescita 2 possiamo tributare molti nomi: crescita beta o sinistra, utilizzazione del capitale, componente beneficio dell’economia; nel presente frangente storico, per qualche tempo, la crescita beta è il solo tipo massiccio di crescita che possiamo aspettarci.

A partire (concettualmente) dal 1929 le due crescite alfa e beta si sono alternate, perché dopo un certo periodo di accumulazione di Capitale era pur necessario utilizzarlo, e non appena fosse stato pienamente utilizzato non si poteva che accumularlo; nacque così la dottrina politica dell’alternanza, la quale rispecchiava (in forma discontinua) la natura ed il carattere dell’accumulazione e dell’utilizzazione del Capitale.

In questo lavoro ci dedicheremo a studiare come si possa far aumentare di molto i punti 2, 5, 6, 7, 8, 9, 10 in condizioni tassative di pareggio del Bilancio, pertanto con l’azzeramento del punto 13 e la stabilizzazione del punto 14, senza che ciò sia la premessa di un’ulteriore crisi.

Per fare ciò, possibilissimo con i mezzi che abbiamo, dobbiamo per prima cosa identificare il problema, il che è semplice, e poi applicare i rimedi, i quali sono molto tecnologici e richiedono la piena potenza della tecnologia digitale contemporanea.

Per comprendere ciò che segue il lettore deve esercitare la sua attenzione, ed investire una certa dose di pazienza e le doti della sua intelligenza – sempre che abbia interesse alla soluzione.

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