La cieca cupidigia che v’ammalia

simili fatti v’ha al fantolino

che muor per fame e caccia via la balia.

Par, XXX, 139

 

I GRANDI PROBLEMI SONO SEMPLICI

Quando siamo di fronte a difficoltà particolarmente grandi, ed esse si protraggono a lungo nel tempo, possiamo essere quasi certi che fanno capo a qualcosa di sostanziale, e dunque a qualcosa di semplice.

La sostanza di questa nostra crisi economica è semplicissima: i nostri strumenti di produzione di beni e di servizi sono troppo potenti per essere utilizzati come li utilizziamo.

Noi ci mettiamo alla guida di un quadrimotore con la stessa mentalità con la quale condurremmo un treno a vapore: il risultato è che esso striscia a terra, e non si è mai alzato in volo, cosicché la sua smisurata ricchezza rimane soltanto potenziale.

Abbiamo tre o quattro volte i mezzi che avevamo negli anni ’80, eppure la miseria torna a bussare a molte porte, siamo indebitati sino all’assurdo – forse oltre l’assurdo – e vaghiamo come ombre demoralizzate, al seguito di piloti senza bussola.

Purtroppo per capire le cose semplici l’uomo ha bisogno di tempo, e di una serie di piccoli passi: per questa ragione esponiamo il nostro pensiero in una forma graduale, che non deve essere dogmatica, e deve persuadere chi ha veramente interesse che la questione sia risolta.

Se questo interesse c’è davvero, la fatica di seguire un ragionamento di una ventina di pagine non dovrebbe bloccare il lettore.

Se un reale interesse per una soluzione autentica della presente crisi economica non c’è, anche pochissime parole sarebbero troppe.

Semplicità non vuol dire automaticamente solubilità: purtroppo la semplicità ci rivela molto spesso la vera grandezza del problema (cui potrebbe contrapporsi l’inadeguatezza o l’insufficienza dei nostri mezzi) e ci costringe ad ammettere che esso non ha soluzione.

E inoltre non è detto che le soluzioni ai problemi semplici siano esse stesse semplici.

Ma certamente non avremo mai risolto stabilmente un grande problema se ci saremo lasciati sfuggire le radici alle quali esso fa capo.

Il problema che vogliamo studiare riguarda la decadenza economica dell’Occidente, del quale l’Italia è soltanto un piccolo tassello e (nella sua veste di punto debole) patisce in misura molto maggiore degli altri.

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