La breve
dimostrazione che segue, valida in un quadro sommamente semplificato ma
realistico, quantifica una tendenza generale all’aumento dei prezzi delle
merci di consumo profittabili, la quale nel testo abbiamo chiamato subflazione, non appena si sia in
presenza di un intervento dello Stato, operato o in disavanzo o attraverso
coniazione di moneta il cui fine, direttamente o anche indirettamente, sia
l’innalzamento della domanda di tali merci. La causa ultima
dell’incremento dei prezzi è che il denaro che rappresenta sul mercato la
detta domanda aumenta per due ragioni: l’immissione statale il cui valore
monetario indichiamo con S e
l’investimento incrementale XD delle imprese (di natura circolante) volto
ad appagare la parte aggiuntiva della domanda (commerciale); la produzione
invece aumenta per una ragione sola. Deve ritenersi
(cosa conforme all’intuizione ordinaria) che l’incremento dei prezzi sia
tanto maggiore quanto minore è l’elasticità produttiva del Sistema, ossia
quanto più è bassa la barriera beta. Se facciamo
l’ipotesi che la barriera beta sia più elevata di S, l’aumento della domanda non determina significativi
incrementi di capitale fisso né di occupazione, che rimangono stazionari
nonostante lo stimolo, talché il denaro aggiuntivo non può circolare. E allora questa
dimostrazione dà ragione di un altro importante fenomeno, ossia l’assenza di
inflazione in senso proprio nonostante le immissioni di denaro si succedano
un anno dopo l’altro cosicché, se il denaro circolasse, i loro effetti
dovrebbero cumularsi. Invero la spesa
incrementale XD, di carattere puramente circolante,
non è accompagnata da un corrispondente investimento fisso che amplifichi
effettivamente il mercato e l’occupazione, cosicché la somma immessa S è completamente drenata dal sistema delle imprese e
scompare dal mercato delle merci senza circolare. Nella fase
iniziale la subflazione può avere l’apparenza dell’inflazione, in quanto
accompagna l’eventuale crescita della somma S; in realtà essa si somma all’inflazione monetaria ordinaria e
consiste nella stabilizzazione dei prezzi ad un livello più elevato di quanto
vorrebbe il mercato non manipolato, livello influenzato dalle variazioni
annuali della somma S piuttosto
che dal suo cumularsi. Un’analisi più
accurata permetterebbe di penetrare più a fondo nei dettagli di ciò che
accade, ma porterebbe la necessità di esaminare un gran numero di
complicazioni; per il nostro livello di studio è sufficiente identificare le
tendenze di fondo. Lo studio
dell’intervento in disavanzo è quello del confronto tra due diverse
configurazioni del Sistema; una precedente all’intervento, l’altra successiva. La prima
configurazione è descritta dai seguenti parametri: P- Massa
delle merci profittabili: la domanda proviene dai lavoratori dipendenti, dai
pensionati, oppure dallo Stato. X- Spesa
complessiva delle imprese per la produzione interna. D- Domanda
presente sul mercato interno. Quando lo Stato
immette nel mercato la somma di denaro S,
in disavanzo, ciò può avvenire o sotto forma di domanda diretta, tramite
l’acquisto di beni e servizi dalle imprese, oppure sotto forma di stipendi di
personale la cui attività consiste, in genere, nell’erogazione di un servizio
a vantaggio dello Stato stesso o del pubblico. Gli stipendi si
traducono, a loro volta, in domanda sul mercato delle merci, cosicché
possiamo sempre considerare l’intervento in disavanzo come un incremento
della domanda presente sul mercato delle merci, consumabili o anche non
consumabili, per l’ammontare totale S. Dopo l’intervento
i parametri iniziali si trasformano in: P+ Massa
delle merci profittabili. X+ Spesa
complessiva delle imprese per la produzione interna. D+ Domanda
presente sul mercato interno. Le differenze che
indicano la transizione dalla prima alla seconda configurazione possono
essere indicate come: PD Massa incrementale delle merci profittabili. XD Incremento della spesa complessiva
delle imprese per la produzione interna. DD Domanda incrementale presente sul mercato
interno. Le quantità
elencate sono legate, a causa delle loro stesse definizioni, dalle seguenti
uguaglianze: P+ = P-
+ PD X+ = X-
+ XD D+ = D-
+ DD Noi sappiamo che
la quantità aggiuntiva di merci PD sarà venduta al prezzo S, e che la domanda presente sul
mercato si incrementa per la maggiore spesa delle imprese e per l’immissione
della somma S: pertanto sarà: DD=XD+S ed anche D+=D-+XD+S. D+ è la somma contro la quale è venduta
l’intera quantità P+,
pari a P-+PD; poiché PD è
venduta contro la somma immessa S,
P- sarà venduta contro D+-S, che è pari a D-+XD. Assistiamo così
ad un aumento dei prezzi delle merci P-,
le quali sono vendute sul mercato al loro prezzo precedente D-, maggiorato esattamente
del costo della produzione aggiuntiva determinata dall’intervento in
disavanzo S. Il profitto lordo
delle imprese aumenta esattamente dell’intera somma S e pertanto l’intero ammontare del disavanzo dello Stato è
trasferito gratuitamente al sistema delle imprese sotto forma di
profitti extra-mercato. Ciò varrebbe
anche quando il costo marginale delle merci fosse nullo, cosicché la
produzione aggiuntiva avrebbe costo zero e non verrebbe a determinarsi alcun
aumento di prezzi: tuttavia la produzione aggiuntiva, priva di costi, sarebbe
venduta ai prezzi correnti, in cambio della somma S, ed anche in questo caso limite i profitti aumenterebbero
dell’intero ammontare di S. Questo è il
teorema del disavanzo, necessario per un’appropriata comprensione dei
fenomeni legati al keynesismo consumistico. |
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