SISTEMA PENSIONISTICO

Una delle strade maestre per ridimensionare la spesa pubblica consiste nel porre l’intero sistema pensionistico a carico della produzione latente statica, cosa che deve essere compiuta gradualmente, in due o tre passi.

I vantaggi sono evidenti:

1)      I lavoratori avrebbero subito un maggior reddito spendibile pari al contributo (a loro carico) non versato, beneficio che varrebbe per qualsiasi fascia di reddito ed andrebbe a sommarsi, quando sono presenti, ai 250 € di “regalo”.

2)      Le imprese sarebbero sollevate dai pesantissimi oneri contributivi e la loro competitività verso l’estero (in import ed in export) si farebbe molto più forte; la competitività interna delle imprese rimarrebbe nominalmente invariata, ma quelle che non evadono ne trarrebbero maggiore vantaggio.

Inoltre emergerebbe la maggior parte del lavoro nero, per il quale l’evasione degli oneri contributivi costituisce la principale incentivazione.

Le pensioni non sarebbero più come oggi aleatorie e pericolanti, ma sarebbero ragionevolmente sicure, legate soltanto alla capacità materiale di produrre il corrispondente reddito.

Il solo svantaggio è che il mercato interno si fa più piccolo, e molte imprese lo vedrebbero restringersi effettivamente: per qualcuna il risparmio sugli oneri contributivi sarà prevalente rispetto al restringimento del mercato, per qualche altra avverrà il contrario.

Ma l’obbligo – o il quasi-obbligo – di spendere per intero il proprio reddito creerà un ampliamento oggettivo del mercato delle merci sufficiente a compensare i fattori negativi.

Occorrerà vigilare sul punto cruciale che il denaro risparmiato dalle imprese non diventi carsico; ma attualmente, a differenza degli accorgimenti più o meno velleitari ventilati negli anni ’30, disponiamo della grande elettronica.

L’INPS resterebbe tal quale, ma opererebbe quasi completamente con la moneta sintetica, eccetto che per il suo proprio sostentamento: le entrate sarebbero sempre esattamente uguali agli oneri.

Le apprensioni sulle pensioni future dei nostri giovani si dileguano.

Non deve stupire che nel quadro appena dipinto moltissimi problemi apparentemente insolubili si possano abbordare con molta facilità e sembrino risolversi da soli.

La scomparsa delle limitazioni contabili discende dalla produzione forzata di una massa molto grande di beni e servizi, che rappresentano una ricchezza reale necessaria al funzionamento della collettività: ma il mercato, per sua natura, non avrebbe potuto consentire che fosse prodotta.

Il movimento di tali apparati si traduce in immense quantità di merci, le quali risolvono ogni problema: la moneta sintetica si limita a misurarle e rappresentarle e la sua funzione è di rendere economico ed agevole ciò che per altra strada sarebbe difficile e costosissimo.

Ma il benessere autentico deriva dall’oggettività della produzione effettuata.

 

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